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Le tecniche del fotoritocco

Quando si parla di fotoritocco si fa riferimento a una particolare tecnica usata da parte di un fotografo (e in alcuni casi anche di un grafico) per poter correggere uno scatto realizzato in fase di post-produzione. Chi pratica la fotografia non solo come un mezzo per archiviare ricordi tende a seguire questo processo al fine di rendere più realistici e accattivanti i propri lavori; grazie al progresso in campo tecnologico, sfruttando un computer e installando un programma di ritocco fotografico è possibile ricercare nuove emozioni, luci e filtri da applicare agli scatti.

In passato i fotomontaggi venivano realizzati all’interno di una camera oscura, da parte di fotografi professionisti; ad oggi invece, con l’arrivo del digitale, chiunque desideri dare sfogo alla propria creatività potrà ottenere risultati incredibili sedendosi di fronte a un computer.

FOTORITOCCO E FOTOMONTAGGIO: LE DIFFERENZE


Spesso vengono confusi, ma la distinzione è decisamente netta. Quando parliamo di fotoritocco racchiudiamo tutti quei processi che sono svolti per poter migliorare una fotografia, come per esempio la regolazione del contrasto, il bilanciamento di colore, il bilanciamento del bianco e tutto quello che prevede il miglioramento o cambiamento di luce e colore dello scatto. Quando invece parliamo di fotomontaggio chiamiamo in causa una tecnica che prevede la sovrapposizione di diverse immagini, oppure un lavoro di aggiunta o modifica di uno scatto in post produzione. Esempio più classico di tutti è quello di utilizzare un soggetto e riposizionarlo su uno sfondo diverso da quello d’origine.
Spesso si tende a criticare questa tecnica, poiché ritoccare uno scatto viene considerato un tentativo di distruzione della realtà: non vi è nulla di più sbagliato. Qui non si cerca di rovinare o modificare qualcosa per il puro gusto di farlo, ma bensì di andare a migliorare una fotografia che racchiude in se un ottimo potenziale, in modo da renderla più simile a quello che il fotografo ha visto, percepito e cercato di immortalare sul campo.

La maggior parte degli scatti che oggi realizziamo sono ottenuti grazie a fotocamere che sono impostate in funzione automatica, anche se la parte più divertente della costruzione di una foto è quella di poter lavorare manualmente e giocare a 360° con il soggetto, magari pensando poi di effettuare una modifica in post produzione. Il fotoritocco prevede una svariata quantità di modifiche da effettuare tanto da rendere quasi impossibile riuscire a nominare ogni attività da svolgere. Possiamo però raggruppare quelle pratiche base che caratterizzano mediamente un ritocco alle immagini:

  • Raddrizzamento del soggetto o il ritaglio di eccessi;
  • Correzione del bilanciamento del bianco davanti;
  • Regolazione del contrasto, della saturazione, delle tonalità e della luminosità;
  • Eliminazione di occhi rossi o ogni altra imperfezione che rovina l’equilibrio dello scatto.

Un fotoritocco professionale o avanzato invece prevedere ulteriori punti sui quali agire, esattamente come avviene con un fotomontaggio che è usato spesso per inserire un testo sulla fotografia, modificare il colore di una particolare zona, creare nuovi livelli e molto altro ancora. Ovviamente i fotografi che sostengono la fotografia “naturale” si limitano unicamente a seguire i punti elencati in precedenza, poiché si tratta di una correzione base che non andrà ad alterare l’essenza di quello che abbiamo visto e fotografato.

I programmi più utilizzati per effettuare queste modifiche è Adobe Photoshop, il vero guru per gli esperti fotografi e per chiunque operi nel settore dell’editoria e della pubblicità; vi è però anche Gimp, un software gratuito che viene prediletto da parte dei principianti per essere comodo e pratico da comprendere fin dai primi utilizzi.