Quando si parla di fotografia non si può non nominare lo zoom, un obiettivo complesso la cui lunghezza focale può variare; è proprio questo che lo differenzia dagli obiettivi primari. E’ uno degli strumenti più importanti da utilizzare per riuscire a creare particolari effetti, oppure per creare immagini che si concentrino su un particolare dettaglio che si nota nell’inquadratura.
Tutte le fotocamere dispongono di uno zoom digitale che senza eccellere in alcun tipo di ripresa riesce a risultare molto versatile, mentre alcuni modelli più professionali e costosi ne hanno anche uno ottico, che grazie a uno speciale obiettivo retrattile va ad aumentare o diminuire la propria lunghezza agendo così sull’angolo di visione e direttamente sul livello d’ingrandimento.
Si parla spesso di zoom 2x, 3x, 4x e in questo caso ci si riferisce allo zoom ottico e al livello d’ingrandimento che è consentito e reso possibile tra la posizione di massima apertura dell’angolo di visione e la posizione di minima apertura e massimo ingrandimento. Si indica quindi il rapporto fra la focale massima e la minima: supponiamo per esempio di avere un obiettivo con una lunghezza focale che varia da 100 mm a 400 mm; in questo caso si parla di zoom 4x. In base alle lunghezze focali si creano le tre, già citate, categorie:
- Teleobiettivi: sopra i 70 mm;
- Grandandoli: sotto i 35 mm;
- Mista: che va da 28 mm a 80 mm.
Come detto la maggior parte delle fotocamere che troviamo oggi sul mercato presentano uno zoom di fascia mista, come nel caso delle compatte; le fotocamere digitali invece, oltre allo zoom ottico, montano un ulteriore meccanismo di zoom digitale che è inferiore, poiché va a ridimensionare l’immagine come farebbero i programmi di fotoritocco.
Un fotografo può zoomare un dettaglio che ritiene rilevante, mettere a fuoco in modo stabile modificando la lunghezza focale e bloccare il fuoco per poi ricomporre la scena, andando per esempio ad allargare l’inquadratura.
Quando lo zoom ottico e zoom digitale si sommano, in alcuni casi viene riportata la somma dei due nel momento in cui si cita il rapporto d’ingrandimento: tale pratica però non è da considerarsi corretta perché i due zoom agiscono e funzionano in modo completamente differente.
Lo zoom digitale infatti non è altro che un ritaglio ingrandito che possiamo fare di una fotografia di massima risoluzione: ciò che si ottiene sono una serie di dettagli decisamente poco definiti, che si potrebbero ottenere in ugual misura se andassimo a ritagliare personalmente la foto in fase di post-produzione con un programma di fotoritocco, forzandone poi l’ingrandimento. Davanti a questo caso si corre addirittura il rischio di ottenere un risultato migliore proprio seguendo questa seconda opzione. Per questo motivo è utile precisare che l’uso dello zoom digitale è utile in due particolari situazioni: da un lato può infatti rendere più precisa la messa a fuoco manuale perché va a ingrandire i dettagli visualizzati sul display; dall’altro lato può produrre immagini a bassa risoluzione che sono solitamente quelle che vengono considerate idonee per la pubblicazione sui social network e su Internet.