Tra le varie pratiche che è bene imparare a conoscere nel momento in cui ci si avvicina al mondo della fotografia, una delle più importanti e preziose può essere individuata nel contre jour, che non è altro che un effetto di retroilluminazione che ha lo scopo di realizzare una silhouette contornata da un leggero e morbido alone. Contre-jour, e cioè l’espressione francese che indica il controluce, prevede di fotografare un soggetto che abbia una sorgente di luce alle spalle, al fine di ottenere un’immagine con un netto contrasto tra le zone scure e le zone chiare: ad essere messa in risalto, quindi, è la forma del soggetto che è stato inquadrato.
Detta così, sembra che si tratti di qualcosa di non troppo complicato, ma è bene conoscere le “regole del gioco” per avere la certezza di ottenere i risultati desiderati. Come si può notare, il contre jour impone di contravvenire a una delle principali regole canoniche che riguardano il mondo della fotografia, e cioè quella che comporta la presenza della fonte di luce alle spalle di chi realizza lo scatto. In questo caso, invece, l’apparecchio fotografico deve essere puntato proprio contro la fonte di luce, in maniera tale da retro-illuminare il soggetto o i soggetti coinvolti.
La tecnica del contre jour per un nuovo punto di vista
I profili che vengono delineati in questo modo sono in grado di enfatizzare le forme e le linee, mentre il contrasto evidente tra gli scuri e i chiari si traduce in un effetto suggestivo e, a suo modo, intrigante. La presenza di una luce forte alle spalle del soggetto immortalato consente, in un certo senso, di cogliere la sua essenza reale, impossibile da confondere: si ha a che fare con un nuovo modo di vedere le persone (ma, ovviamente, il contre jour può essere adoperato anche per ritrarre un elemento naturale, un oggetto, un edificio, e così via), dal momento che, mentre vengono disegnati i contorni, le trasparenze e i colori sono messi in risalto.
Attenzione, però, perché la gestione del contre jour presuppone una buona dose di pazienza e richiede tempo per la ricerca della giusta inquadratura: non è sufficiente, infatti, puntare l’apparecchio contro la luce, ma è indispensabile individuare una posizione che permetta di gestire tale luce, e non di esserne condizionati. Chiaramente, nel caso in cui lo sfondo venga sovraesposto troppo, c’è il rischio di consumare i contorni.